
riquadri blu: riproduzione affreschi
riquadro verde: paesaggi
riquadro beige: ritratti
riquadro arancione: soggetti religiosi
riquadri gialli: quadri di autori diversi – secoli XVII – XVIII – XIX
Riproduzione Affreschi
In questa sezione della Pinacoteca si trovano alcune riproduzioni fotografiche su pannelli di affreschi del pittore presenti a Plesio, Albavilla ed Ello in provincia di Como ed a Pessano in provincia di Milano.
L’affresco ha rivestito un’importanza fondamentale nella carriera artistica di Beghé. Verso la fine dell’800 l’affresco aveva uno stretto legame con la pittura di storia, anche per le esigenze della committenza, di solito religiosa ed in qualche caso pubblica, mentre la pittura ad olio, tecnicamente più duttile rispetto all’affresco, rese via via possibili sperimentazioni che condussero al divisionismo sul finire dell’800 ed al futurismo all’inizio del 900. Sarebbe tuttavia errato interpretare l’affresco come un ripiego determinato da necessità occupazionali, mentre si trattò, per molti pittori che lo adottarono come tecnica espressiva, di una scelta dalle connotazioni idealistiche nel cui contesto va situato anche il lavoro del Beghé.
Per ammirare alcuni affreschi è consigliabile recarsi nel vicino paese di S. Maria, frazione di Calice al Cornoviglio (SP). Nella chiesa che fu parrocchia di Beghé si possono osservare vari affreschi di notevoli dimensioni sul muro perimetrale dell’abside. Due di questi affreschi, datati 1897, sono la ‘Sacra Famiglia’ e la ‘Flagellazione’.
SACRA FAMIGLIA
Secondo un’iconografia frequente negli affreschi di Beghé presenta, in questa versione, un paesaggio simile a quello che si vede dalla casa natale del pittore a Nasso, con il castello di Calice sulla destra, in altri affreschi sostituito da un edificio palestinese.
FLAGELLAZIONE
Denota una buona conoscenza delle regole prospettiche insieme a reminiscenze di Piero della Francesca.

Benedizione

Annunciazione

Sacra Famiglia

Sacro Cuore

Cristo tra gli Ulivi

Flagellazione
Paesaggi
Nella carriera pittorica di David Beghé, prevalentemente dedicata all’affresco, il paesaggio occupa uno spazio minore dal punto di vista quantitativo, tuttavia proprio in tale genere figurano alcune tra le sue opere migliori.
La pittura di paesaggio risente dell’influsso di Hayez, che pure non fu paesaggista: in effetti la cattedra di paesaggio fu attivata a Brera sotto la sua direzione per terminare alla sua morte, lasciando un’eredità di sperimentazioni che in alcuni casi condussero al divisionismo.
Tra Ottocento e Novecento il filone paesaggistico e quello ritrattistico vengono praticati indistintamente dai pittori, soprattutto in Lombardia.
La montagna fu il soggetto preferito da alcuni paesaggisti lombardi e svizzeri ed i ghiacciai alpini figurano tra i dipinti migliori di Beghé. Forse in quest’ambito subì l’influsso di Giovanni Segantini, sebbene il divisionismo praticato da quest’ultimo conduce verso orizzonti completamente diversi da quelli di Beghé e di molti altri pittori quali Bazzi, Cressini e Dell’Orto, tutti interessati alla ricerca della montagna, ma ancora legati al verismo ottocentesco.
VILLAGGIO PREALPINO (Olio su tela, cm 90 x 140, ultimo decennio XIX sec.)
Rappresenta un tipico paesaggio della Brianza e delle prealpi comasche, dove Beghé lavorò come affrescatore. Le tonalità grigie atmosferiche dello sfondo ed il tono malinconico dell’intera composizione, di grandi dimensioni ed ampio respiro dal punto di vista pittorico, farebbero pensare ad un possibile contatto con il pittore valtellinese Umberto Dell’Orto, personalità di spicco fra gli artisti lombardi di paesaggio della seconda metà dell’Ottocento.
FOCE DELL’ENTELLA (Olio su tela, cm 60 x 72, penultimo decennio XIX sec.)
Questa tranquilla veduta fluviale risulta tra le migliori opere di Beghé grazie alla sua luminosità en plein air. Il dipinto testimonia una situazione urbanistico-ambientale oggi radicalmente mutata e quindi ha anche un importante valore storico e documentario.

Fiume Entella

Foce Entella

Ghiacciaio

Paesaggio d’alta montagna

Palazzo Litta

Plesio

Riva Trigoso

Vecchia stazione Milano

Villaggio prealpino
Ritratti
I temi del ritratto e del paesaggio, soprattutto in Lombardia, erano praticati indifferentemente dai pittori di fine Ottocento, anche se è possibile ipotizzare che la pittura di paesaggio fosse subentrata nel mondo artistico milanese in tempi successivi rispetto al ritratto, che ebbe invece, in Hayez, a partire dagli anni venti dell’Ottocento, uno dei massimi esponenti di livello nazionale.
I primi olii di Beghé sono infatti dei ritratti immersi nella stessa penombra verdognola che Hayez, il suo professore, consigliava agli allievi.
I punti di contatto tra l’opera di Beghé e di Hayez sono maggiori nella fase giovanile dell’allievo, riscontrabili nei colori scuri e nella pennellata corposa dei primi ritratti, mentre si può individuare un progressivo cambiamento nella maturità caratterizzato da colori più decisi e da una pennellata rapida e sicura.
AUTORITRATTO (Olio su tela, cm 65 x 50, 1874)
Tra i migliori quadri della produzione di Beghé figura questo autoritratto all’età di 20 anni con il berretto da pittore. Gli insegnamenti di Hayez sono riscontrabili soprattutto nella classicità della composizione, nel tono verdastro dello sfondo, nel riferimento ai modi della pittura veneta del Cinquecento e nel contrasto tra il bianco del colletto ed il nero dell’abito. Fin dagli inizi, tuttavia, la pittura di Beghé appare molto più moderna, fatta di pennellate più corpose ed evidenti rispetto a quella del maestro, condotta per velature e chiaroscuri.
RITRATTO DI RAFFAELE TORSEGNO (Olio su tela, cm 75 x 60, 1880)
Il ritratto ovale presenta i caratteri tipici del realismo ottocentesco: sono evidenziati infatti gli aspetti somatici e psicologici del personaggio ritratto, un imprenditore ligure suocero di Beghé. Come nell’autoritratto citato precedentemente, non mancano i riferimenti alla pittura veneta del Cinquecento nel contrasto bianco-nero e nella catena dell’orologio, accennata senza descriverla.
STUDIO DI TORSO MASCHILE (Olio su tela, cm 65 x 50, primo decennio XX sec.)
Opera incompiuta della maturità dell’artista che denota un’indubbia evoluzione pittorica dell’autore, sempre alla ricerca dell’interiorità del modello.

Adele Beghé Brunelli

Autoritratto

Clochard

Gentildonna lombarda

Ritratto femminile

Ritratto maschile

Studio torso maschile

Uomo con barba bruna

Valentina Torsegno abito bianco

Valentina Torsegno
Soggetti Religiosi
Beghé si dedicò molto all’arte sacra, operando in piena conformità ai canoni accademici hayeziani e bertiniani. Questa scelta nasce dal profondo sentimento religioso dell’artista ligure e dalla sua forte spiritualità che emerge assai limpidamente dai vasti cicli di affreschi decoranti numerose chiese della diocesi ambrosiana situate lungo un percorso che unisce la provincia di Milano al Varesotto ed al territorio comasco e brianzolo, a cui vanno ad aggiungersi alcune chiese nella terra d’origine dell’artista.
In questo ambito non va trascurato l’influsso di Raffaele Casnedi, insegnante di Beghé a Brera ed uno dei più convinti sostenitori del movimento accademico: specializzatosi nell’affresco a soggetto religioso, si astenne dal partecipare alle esposizioni secondo una linea di comportamento in parte condivisa anche da Beghé.
Va inoltre ricordato il legame fra il lavoro di Beghé e l’opera pittorica del genovese Nicolò Barabino: forti analogie tematiche, iconografie cromatiche ed esecutive che lasciano ipotizzare probabili scambi fra i due autori o addirittura la frequentazione da parte di Beghé di una scuola pittorica barabiniana, della quale solo recentemente è stata documentata e storicizzata l’esistenza.
MADONNA CON MANTO BIANCO (Olio su tela, cm 125 x 90, 1919)
Nell’ambito di quella che potrebbe essere definita la “produzione barabiniana” di Beghé, questa Madonna rappresenta una delle prove migliori, soprattutto dal punto di vista tecnico. Il tema della Madonna dell’Ulivo, spesso presente nella sua opera, è qui trattato con toni quasi monocromi, la Madonna di tre quarti, il Bambino di fronte ed un raffinato gioco di contrasti fra il ramo d’ulivo, la luminosità delle figure e l’uliveto scuro sullo sfondo.
GESU’ BENEDICENTE (Olio su tela, cm 210 x 133, primo decennio XX sec.)
Quest’opera di grandi dimensioni, forse destinata in origine ad un altare, denota l’avvicinarsi della pittura di Beghé ad aree simboliste, liberty o preraffaellite: tali caratteri sono evidenti soprattutto nell’allungamento della figura della Vergine e nelle chiome sciolte. L’esecuzione delle onde, decisamente realistica e di segno opposto rispetto alla figura, oltre a confermare le buone doti pittoriche di Beghé, potrebbe testimoniare anche eventuali contatti con il pittore Antonio Discovolo.
Di questo dipinto esiste una replica in forma di stendardo presso la chiesa di S. Maria Assunta a S. Maria, frazione di Calice al Cornoviglio (SP).

Angelo custode con croce

Angelo custode

Cristo con croce

Gesù benedicente

Madonna con Bambino

Madonna con manto bianco

Madonna con manto blu

Madonna con veste bianca

Madonna dell’ulivo

Sacra Famiglia presso S. Maria del Rosario – Milano

Sacro Cuore